Plastiche Killer in cucina
postato il 2 gennaio 2010
Occhio ai simboli qui di fianco: andate a prendere tutti i contenitori di plastica alimentari che conservate in cucina e verificate quali di questi simboli sono stampigliati sopra: qualcuno di questi è pericoloso e, se non ce n'è nessuno, è possibile che la plastica con cui sono fatti è vecchia e pericolosa. Parliamo di un veleno molto potente, il bisfenolo-A conosciuto anche come BPA. Ci sono delle sostanze tossiche di cui facciamo uso ogni giorno e non ne sappiamo niente. Evitate le plastiche numero 3, 6 e 7: si tratta di materiali contenenti PVC, polistirene e BPA.Nel libro LIFE i segreti della Ghiandola Pineale, tra le tante cose di cui trattiamo, facciamo anche ampio riferimento a tutte quelle sostanze che, in un modo o nell'altro, attenuano la coscienza portando l'essere in una condizione di assopimento nei confronti della sua natura spirituale; ma poiché tutto non c'entrava nel libro, abbiamo dato il via a questo sito anche per questo motivo: fornire ulteriore informazione ai nostri utenti e lettori.
Andiamo avanti...
Aumentano le prove che il Bpa, sostanza contenuta nel policarbonato, è dannoso soprattutto per i bimbi. Può essere dappertutto: contenitori di plastica per alimenti, bottiglie d'acqua, rivestimento plastico delle scatolette metalliche di cibo (ad esempio tonno, pomidoro ecc.), succhi di frutta, accessori in plastica ed altro.
E non è tutto: anche il PVC, contenuto fino a poco tempo fa nelle pellicole alimentari trasparenti per la conservazione dei cibi, ha fatto i suoi danni e poi lo hanno messo fuori-gioco.
Il BPA è un composto chimico comunemente usato nelle materie plastiche per una maggiore flessibilità e possibilità di stampaggio. Il bisfenolo-A, noto col nome chimico di 2,2-bis(4-idrossifenil) propano, è quindi una delle sostanze chimiche utilizzate per produrre plastiche e resine; in particolare viene impiegato nella produzione di policarbonato, una plastica utilizzata per biberon, stoviglie, contenitori per alimenti e nella produzione di rivestimenti epossidici per rivestire lattine e scatolette metalliche (bibite, pomodoro, tonno ecc.), per bevande e grandi contenitori, per vino, bottiglie d'acqua, contenitori in plastica per alimenti e per i biberon dei neonati.
Secondo la rivista indipendente ConsumerReports.org, il contaminante è stato trovato anche in cibi la cui etichetta recava l'indicazione BPA-free; l'analisi si è svolta su 19 prodotti, tre confezioni per ogni prodotto e su lotti differenti. Sono stati analizzati succhi di frutta, verdure in scatola, tonno, carne in scatola, conserve, pelati, zuppe, piatti pronti.
Il Bisfenolo A è una sostanza chimica di larghissimo uso: se ne producono tre miliardi di chili all'anno. Il Bpa si sprigiona spontaneamente a contatto con l'acqua (fino a 50 volte in più se il liquido è caldo), con i detergenti, le sostanze acide e quelle grasse, quindi anche con gli alimenti. In tutti i paesi industrializzati se ne fa uso quotidiano e gli studi dimostrano che si trova maggiore concentrazione del Bpa nel corpo delle donne e nei bambini (fino a 12 volte più degli adulti).
La lisciviazione è il processo in cui una sostanza chimica si separa dai suoi componenti originari tramite un solvente; uno studio universitario è stato condotto per determinare la capacità di lisciviazione delle bottiglie di plastica in cui l’interazione tra i liquidi caldi e plastica in policarbonato rilasciano bisfenolo-A (BPA) in una soluzione che si mischia con il liquido che noi rischiamo di bere. Durante lo studio, effettuato ad Harvard, ogni studente ha ricevuto due bottiglie in policarbonato che non dovevano essere lavate in lavastoviglie e riempite solo con acqua fredda; i campioni di urina degli studenti hanno rilevato un aumento del 69% di BPA. Talvolta le pietanze che prepariamo e poi serviamo nei piatti di plastica raggiungono tali temperature, con l’aggravante di un'esposizione continua e diretta. E' pazzesco, ma l'altro giorno ho visto una di quelle tipiche vaschette termiche di "polistirolo" che usano per venderti il gelato da portare a casa: c'era il 6; se la liscivazione può essere pericolosa, figuratevi quanto possa esserlo il fatto di grattare la vaschetta col cucchiaio per prendere il gelato.
Anche se non si riscontrano alti tassi di intossicazione negli esseri umani, la struttura della sostanza chimica potrebbe avere affetti sulla salute a medio e lungo termine: molte ricerche spiegano che il Bpa impedisce alle cellule umane di opporsi allo stress ossidativo, alla proliferazione del cancro, alla stimolazione ormonale. In particolare, il Bisfenolo-A sembra favorire lo sviluppo di patologie come il Parkinson, l'Alzheimer, il Diabete di tipo-2; danneggia lo sviluppo sessuale e la fertilità del maschio e può avere effetti devastanti sullo sviluppo cerebrale del bambino. Studi sperimentali hanno dimostrato che il Bpa mima l’azione degli estrogeni, essenziali nello sviluppo cerebrale, a tal punto che anche dosi minime di questa sostanza possono inibire del tutto l’azione degli estrogeni sulla crescita neuronale. Il BPA è stato messo in relazione con patologie quali il cancro, la pubertà precoce, l’infertilità e l’obesità; si stima che infinitesime assunzioni di bisfenolo A possano avere effetti inibitori sullo sviluppo neuronale sin da pochi minuti di distanza dall’assunzione: il problema è che tale sostanza è presente in alcuni biberon per bambini.
In ogni caso, quando si acquista un prodotto di plastica, è bene controllare il numerino che vi compare stampigliato (spesso è sul fondo). Evitate le plastiche numero 3, 6 e 7: si tratta di materiali contenenti PVC, polistirene e BPA.
Un’altra sostanza oggetto di verifiche e preoccupazione da parte degli esperti è il Cloruro di Polivinile detto anche PVC, verso il quale le aziende produttrici di pellicola trasparente per i cibi, si sono preoccupate di farlo scomparire dalla composizione. Sembrerebbe che il PVC, alla stregua del BPA, può alterare l’equilibrio ormonale e, ad elevate temperature, rilascia sostanze tossiche tra cui le diossine: questo è il motivo degli avvelenamenti da roghi di rifiuti che sempre più spesso vediamo per televisione.
In generale ciò è possibile evitando la plastica ed usando il sempre igienico vetro, ma leggere l’etichetta prima di acquistare un prodotto contenuto in plastica è una buona norma.
Se volete evitare l'esposizione a BPA (e ad altri veleni) quindi usate vetro o l'immortale acciaio.
Nell’ultimo decennio sono stati pubblicati numerosi studi riguardanti l’azione di agenti chimici contenuti nell’ambiente e in alcuni alimenti, che si comportano come estrogeni endogeni sulle cellule bersaglio (mammella, utero, endometrio, salpingi, ovaie nella donna, testicoli e prostata nell’uomo ecc.): tali sostanze, chiamate xenoestrogeni, ampiamente rappresentate nei pesticidi e in altri vari prodotti industriali, includono diossine che si accumulano nel tessuto adiposo degli animali e dell’uomo e impiegano centinaia di anni per essere rese biologicamente inattive.
Inoltre, gli xenoestrogeni colpiscono anche gli uomini e forse questo può in parte spiegare l’aumento dell’infertilità maschile.
Gli xenoestrogeni si trovano nelle seguenti sostanze:
- DDT: il percorso del DDT parte dagli Stati Uniti che lo inviano nei paesi del terzo mondo i quali lo usano nelle coltivazioni vegetali; la produzione agricola di questi paesi viene inviata nei supermercati dei paesi occidentali
- nonylphenolo: contenuto nei detersivi industriali, insetticidi e prodotti di cura personali
- bisfenolo-A: ceduto dalle bottiglie di plastica, dalle bottiglie di policarbonato e dai contenitori di plastica; può essere anche presente nei cibi inscatolati
- alkylphenolo: prodotto di degradazione di detersivi
- carne di manzo, pollo e maiale: gli xenoestrogeni vengono usati normalmente per ingrassare gli animali e farli crescere rapidamente, oltre per determinare in loro una ritenzione idrica e aumentarne il peso.
- paraben metile: in lozioni e gel cosmetici; quando è somministrato oralmente il paraben metile viene inattivato, ma la sua somministrazione per via transcutanea comporta una stimolazione simil-estrogenica sull’endometrio (mucosa che tappezza la cavità interna dell'utero)
- atrazina: diserbante
- benzophenone-3, homosalate 4-metile-benzylidene, octyl-methoxycinnamate ed octyl-dimetile-PABA: può essere presente nei protettori solari, rossetti e cosmetica facciale
IN PAROLE POVERE...
Un essere spirituale può riconoscere se stesso, la sua vera natura, solo nel silenzio della mente e questi prodotti, velenosi per il corpo, determinano turbolenza alla pace della mente.
Nel libro LIFE i segreti delle Ghiandola Pineale è dato largo spazio anche agli agenti esterni che determinano turbamento nella mente e su questa cosa nel libro ci soffermiamo davvero tanto e coloro che lo hanno letto ci sono stati molto grati; ti consiglio di leggerlo.
Inoltre, sono abbastanza certo che un giorno avremo quest'altra sorpresa: il teflon, il materiale antiaderente delle padelle, sarà dichiarato pericoloso anch'esso; nel libro LIFE i segreti delle Ghiandola Pineale lo affermo già in modo ufficiale.
Buon appetito a tutti, ma in un mondo senza veleni.
Arcangelo Miranda