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L I F E
i segreti della Ghiandola Pineale

Life Ghiandola Pineale
Per la prima volta un libro che rende reale l'immortalità psichica in seguito all'apertura del cuore in realzione al riconoscimento della propria natura spirituale. Cosa c'è nel talamo, una parte del cervello, la più antica, che blocca la produzione di alcune sostanza utilizzate anche dalle navicelle aliene per compiere viaggi interdimensionali e che nel nostro corpo sono necessarie per l'ascensione? Come fare a ritornare a riprodurle? Trova in questo libro l'anello mancante al raggiungimento delle tua vera natura spirituale.

Invertito l'invecchiamento nei topi

Telomerasi e proteina p66Shc

avanti verso la giovinezza

postato il 2 gennaio 2008

Telomerasi e proteina p66Shc sono due campi d'indagine per comprendere il meccanismo dell'immortaliltà. Oggi parliamo di questo, pur addentrandoci maggiormente nell'aspetto del telomero che vedete qui sotto



Nel capitolo 8 di LIFE i segreti della Ghiandola Pineale è detto quanto segue:

La riproduzione cellulare è regolata dalla presenza costante di una sezione di D.N.A. chiamata telomero e della capacità di un enzima, la telomerasi, di mantenerlo integro.
Se il telomero che si usura in fase di duplicazione cellulare non viene ricostruito dall’enzima telomerasi, abbiamo la morte cellulare. Ecco perché biologicamente si muore ed ecco perché un sistema immunitario equilibrato è indice di un buon equilibrio energetico.
Si può uccidere la cellula intossicandola o bloccandone le attività enzimatiche; in entrambi i casi l’intossicazione è presente e i processi enzimatici vengono inibiti provocando nella cellula una incapacità di ripulirsi dalle scorie.
I telomeri sono porzioni di D.N.A. e il loro compito è proteggere i cromosomi durante la divisione cellulare; in mancanza dell’enzima telomerasi questo loro compito li usura e ogni volta che la cellula si divide, si accorciano. A ogni divisione cellulare, i cromosomi diventano un po’ più corti e dopo circa 60-100 divisioni in assenza di telomerasi (limite di Hayflick), sono diventati troppo corti per poter svolgere bene il loro lavoro e la cellula subisce l’apoptosi, cioè l’autodigestione.

Gli esseri primitivi come i batteri e i lieviti hanno il gene “telomero” che continua ad aggiungere al cromosoma quella minuscola porzione che si perde durante la divisione e perciò le loro cellule non invecchiano e non muoiono: eh certo, essi sono in armonia con il loro ambiente. Ma noi esseri complessi abbiamo un “inibitore della telomerasi” che blocca questo gene: siamo quindi destinati a invecchiare e morire?
Tutte le nostre cellule hanno questo destino e quindi anche quelle del sistema immunitario, il sistema-chiave della salute biologica.
Se troppo spesso attivato, la risposta dell’organismo allo stress fa danni: ne risentono sistema immunitario, attività cerebrale e cardiaca. Hai detto niente…

A proposito della relazione enzimi-tossicità, la dottoressa Rita Effros dell'Università della California di Los Angeles (U.C.L.A.) dichiara: “Le cellule immunitarie che combattono l'HIV producono naturalmente la telomerasi durante le prime fasi dell'infezione, ma si fermano una volta che la presenza del virus diventa una condizione cronica”.
Secondo una ricerca pubblicata on line sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, le donne sottoposte a maggiori livelli di stress psicologico e quotidiano presentano telomeri più corti, un effetto che può equivalere anche a un decennio di invecchiamento addizionale rispetto a quelle che soffrono meno di stress.

Tutto ciò che dall’organismo viene visto come fonte di stress conduce verso una condizione di eccessivo rallentamento dell’ossidazione: non è da dimenticare che le cellule tumorali sono cellule che vivono in assenza di ossigeno (anaerobiche) e un apporto di ossigeno, ad esempio in una cultura in vitro, ne blocca la proliferazione. Il rallentamento eccessivo dell’ossidazione causa la degradazione dei telomeri: le cellule non si duplicano più e si giunge alla morte fisica.

Ma come avviene la morte cellulare? Nel 2002 è stata scoperta dal gruppo Pinton-Rizzuto dell’Università italiana di Ferrara, la proteina p66Sch; gli scienziati hanno denominato tale molecola la proteina della longevità. In breve quando c’è un danno irreparabile, il mitocondrio richiama al suo interno questa proteina che attiva il meccanismo di apoptosi cellulare; tale meccanismo è utilizzato dal corpo per eliminare sia cellule malate che quelle in soprannumero. In assenza di attività di questa proteina, le cellule vivono più a lungo. I ricercatori hanno spiegato che quando è sotto stress, la cellula attiva un enzima chiamato kinase C beta che va ad attaccare a p66Sch alcuni gruppi di fosfati (fosforilazione); una volta avvenuta la fosforilazione, interviene un'altra proteina detta PIN1 che, riconoscendo la proteina p66Shc fosforilizzata, induce cambiamento di conformazione e funzione e così trasformata la proteina si sposta nei mitocondri e li danneggia (font: riferimento: Science 2007 feb 2;315(5812):659-63).

Nel sito inglese The Guardian è riportato un bel servizio sulle ultime scoperte sulla telomerasi:

topo da esperimento
Scienziati di Harvard sono riusciti ad invertire il processo di invecchiamento nei topi: ora tocca agli esseri umani. Alcuni scienziati di Harvard sono rimasti sorpresi osservando una inversione drammatica, non solo un rallentamento, circa l'invecchiamento nei topi. 

Ora credono di essere in grado di rigenerare anche organi umani. Riattivare nei topi l'enzima telomerasi, ha portato alla riparazione dei tessuti danneggiati e invertito i segni dell'invecchiamento.  Gli scienziati affermano di essere ad un passo avanti per invertire il processo di invecchiamento dopo il ringiovanimento di organi usurati di topi anziani. Il trattamento sperimentale sviluppato da ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute, Harvard Medical School, si ha trasformato topi vecchi e deboli in animali sani rigenerati nei loro corpi invecchiati. Il sorprendente recupero degli animali ha suscitato tra gli scienziati le speranze che possa essere possibile realizzare una prodezza simile anche negli esseri umani o almeno di rallentare il processo di invecchiamento.

Una terapia anti-invecchiamento potrebbe avere un impatto drammatico sulla salute pubblica riducendo il peso dei problemi di salute legati all'età, come demenza, ictus e malattie cardiache e prolungando la qualità della vita di una popolazione sempre più invecchiata. "Ciò che abbiamo visto in questi animali non è stato un rallentamento o stabilizzazione del processo di invecchiamento: abbiamo osservato un capovolgimento radicale e inaspettato" ha detto Ronald DePinho che ha condotto lo studio (pubblicato sulla rivista Nature).

"Questo potrebbe portare a strategie che aumentano il potenziale di rigenerazione di organi, come l'età gli individui e quindi ad aumentare la loro qualità di vita. Se poi tale metodo serva anche per aumentare la longevità è una questione a cui non siamo ancora in grado di rispondere."

Il processo di invecchiamento è poco compreso, ma gli scienziati sanno che è causato da molti fattori. Particelle altamente reattive chiamate radicali liberi sono prodotte naturalmente nel corpo e sono causa di danni alle cellule, mentre il fumo, la luce ultravioletta e altri fattori ambientali contribuiscono all'invecchiamento. Il gruppo di Harvard ha incentrato le ricerche su un processo chiamato "accorciamento dei telomeri".

La maggior parte delle cellule del corpo contengono 23 coppie di cromosomi che determinano il nostro DNA. Alle estremità di ogni cromosoma vi è un sorta di "cappuccio protettivo" chiamato telomero. Ogni volta che una cellula si divide, i telomeri sono accorciati sempre più finché alla fine smettono di funzionare e la cellula muore o va in uno stato di sospensione chiamato "senescenza". Il processo è responsabilr della gran parte dell'usura legata all'invecchiamento. Ad Harvard hanno allevato topi modificati geneticamente che mancavano di un enzima chiamato telomerasi che è proprio quello che protegge i cromosomi dall'accorciamento dei telomeri. Infatti, senza questo enzima, i topi soffrivano di disturbi, tra cui un scarso senso dell'olfatto, le dimensioni del cervello più piccola, la sterilità, l'intestino e la milza danneggiati.

Ma quando DePinho ha iniettato nei topi una sostanza in grado di riattivare l'enzima, i tessuti danneggiati sono stati riparati e si sono invertiti i segni dell'invecchiamento. "Questi animali erano molto vecchi e ammalati, ma dopo un mese di trattamento hanno mostrato un sostanziale ripristino, compresa la crescita di nuovi neuroni nel cervello", ha detto DePinho. Ripetere il trucco per l'uomo sarà più difficile: i topi fanno telomerasi per tutta la vita, ma l'enzima viene spento negli esseri umani adulti, un compromesso evolutivo che evita che le cellule crescano senza controllo e che si trasformano in cancerogene. Aumentare i livelli di telomerasi nelle persone potrebbe rallentare il processo di invecchiamento, ma aumenta il rischio di cancro.

DePinho ha detto che il trattamento possa essere sicuro negli esseri umani, se somministrato periodicamente e solo ai più giovani che non hanno piccoli aggregati di cellule tumorali che già vivono, inosservati, nei loro corpi. David Kipling, che studia l'invecchiamento dell'Università di Cardiff, ha detto: "L'obiettivo del 'ringiovanimento' dei tessuti umani sarebbe quello di eliminare le cellule senescenti, oppure compensare gli effetti deleteri che hanno su organi e tessuti. Anche se questo è uno studio affascinante, va ricordato che i topi non sono uomini, soprattutto per quanto riguarda i loro telomeri e non è chiaro se la riattivazione della telomerasi nell'uomo adulto avrebbe ugualmente portato alla rimozione di cellule senescenti".

Lynne Cox, biochimico all'Università di Oxford, ha detto che lo studio è stato "estremamente importante" e "fornisce la prova di principio che il trattamento a breve termine per ripristinare la telomerasi negli adulti che mostrano la degenerazione dei tessuti correlata all'età può ringiovanire i tessuti invecchiati e ripristinare la funzione fisiologica."

DePinho ha dichiarato che nessuno dei topi di Harvard ha sviluppato un tumore dopo il trattamento. Il team sta ora indagando per copmprendere se, oltre al fatto che questo metodo permette loro di vivere una vita più sana in età avanzata, può estendere anche la durata della vita di topi. Tom Kirkwood, direttore dell'Istituto per la terza età e la salute sul Newcastle University, ha dichiarato: "La questione chiave è che cosa potrebbe significare questo per le terapie umana contro le malattie legate all'età?

Mentre vi è qualche evidenza che l'erosione dei telomeri contribuisce a associate all'età patologia umana, essa non è certo l'unica causa o addirittura quella dominante come sembra essere nei topi "modificati" nella mancanza dell'enzima telomerasi. Inoltre, vi è l'ansia sempre presente che la riattivazione della telomerasi è una caratteristica della maggior parte dei tumori umani."
http://www.guardian.co.uk/science/2010/nov/28/scientists-reverse-ageing-mice-humans

Quindi abbiamo in mano la spada a doppio taglio più importante del mondo naturale: spingendo le cellule a produrre la telomerasi, esse sopravviveranno per sempre, ma diventeranno anche cancerogene. A tal proposito sembra che scienziati italiani abbiamo trovato il modo di bloccare la telomerasi delle cellule tumorali.
“Il 90 per cento delle cellule cancerose sono ricche di telomerasi”, ha spiegato Mark Muller (a sinistra), un ricercatore del cancro che ha studiato i telomeri alla University of Central Florida (fonte: QUI)

Numerose compagnie, tra cui Geron, hanno cominciato a testare i farmaci che colpiscono l'enzima telomerasi, bloccando la vita delle cellule cancerose.

Geron sta sviluppando una molecola con DNA modificato che si incastra nelle telomerasi, in modo che non possa crescere all'estermità dei telomeri nelle cellule cancerose. La compagnia sta inoltre lavorando ad un vaccino che addestra il sistema immunitario dei pazienti che soffrono di cancro ad attaccare le cellule che producono telomeri.

Queste terapie contro il cancro sono state sviluppate quasi 20 anni fa dopo che gli studiosi fecero una scoperta rivoluzionaria.

All'inizio degli anni '80 Elizabeth Blackburn, Carol Greider e Jack Szostak identificarono la telomerasi e scoprirono come funziona. Alcuni scienziati ipotizzarono che il tasso di sopravvivenza si sarebbe alzato somministrando ai pazienti malati l'enzima per estendere la vita alle loro cellule invecchiate, ma la teoria rimane rischiosa e priva di prove.

Di per sé, allungare i telomi aumenterebbe il tasso di formazione di tumori", ha osservato Chris Patil, ricercatore al Buck Institute for Age Research a Novato, in California; aggiunge: “Gli esperimenti condotti sui topi hanno rivelato che allungare i telomeri estende la durata della vita, ma solo se interviene su altre molteplici mutazioni per bloccare il cancro".

Francamente credo che il fatto che la telomerasi abbia un limite sia un qualcosa che la natura ha messo lì per mantenere in vita l'individuo, altrimenti le cellule si convertirebbero in cancerose distruggendone il corpo troppo presto. Per questo motivo risulterebbe rischioso sottoporsi a terapie di questo tipo per aumentare la durata della vita; infatti sembra che quasi tutte le cellule di un adulto che producono telomerasi, sono tumorali.

L'immortalità fisica passa certamente per la telomerasi (e per la proteina p66shc), ma bisogna prima comprendere qual è la causa per cui se la telomerasi lavorasse infinitamente si svilupperebbero tumori; quindi è bene lasciar fare alla "natura" invece che immischiarsi con umani procedimenti da laboratorio.

Arcangelo Miranda


Se vuoi saperne di più sull'immortalità potenziale, sulla telomerasi e sulla proteina p66shc, leggi LIFE i segreti della Ghiandola Pineale

Arcangelo Miranda